Non è certo il produttore più facile da trovare e averlo trovato a Bologna nell’enoteca dell’amica e collega sommelier Barbara Fini (“Gusta e DeGusta“), è stata una gradita sorpresa.
Fausto De Andreis, titolare dell’azienda “Rocche del Gatto“, interpreta il Pigato come un rosso, con una permanenza del mosto sulle fecce arrivato, negli anni, a 3 settimane. La scelta di far svolgere la malolattica, è un’altra caratteristica interessante.
Appena versato nel bicchiere mi ha fatto innamorare il giallo dorato intenso, cristallino al limite del brillante (che in foto non sono riuscito a replicare).
Al naso è deciso, apre con frutta sia esotica matura sia secca e note agrumate, le sensazioni minerale ricordano lo iodiato e l’ardesia con ricordi salmastri, i sentori floreali sono tutti orientati su fiori gialli (mimosa, ginestra) secca e un ricordo di erbe aromatiche. Tutto il naso è legato da una accattivante nota ossidativa.
In bocca entra pulito, morbido confermando le note agrumate e le note iodate.
L’ equilibrio, la lunghezza e la finezza sono veramente apprezzabili e (a mio modestissimo parere) un 86 se li merita tutti.
Da servire a temperature (14 – 16 C°) e in bicchieri da rosso per apprezzarlo al meglio. Credo che a breve faro’ un’altro giro da Barbara, con la speranza che non abbia già finito la scorta, in quanto la voglia di provarlo dopo un’ annetto di permanenza in cantina è tanta…
Di Giancarlo Gnudi – marzo 2016 – link all’articolo