
L’Etica enologica delle Rocche
LâetĂ del vino e lâindottrinamento dei media
Caro lettore, questa è la mia risposta a chi mi chiede a febbraio il vino dell’ultima vendemmia, dato che ormai siamo abituati a vederlo giĂ in vendita.
La mia cantina produce vino da oltre 60 anni e questa passione ritengo mi permetta di scriverti alcune note sul vino.
Ă ormai prassi talmente comune sedersi a tavola in un locale e chiedere un vino bianco che sia dellâanno prima, da destare stupore e meraviglia quando ti senti proporre un vino bianco piĂš vecchio, tanto che alcuni addirittura storcono il naso credendo di essere imbrogliati da un ristoratore che cerca di âsbolognareâ un vino ârimasto lĂŹâ.
Nulla di piĂš errato: dovresti sapere alcune cose sulla produzione del vino che sono note solo agli appassionati e totalmente sconosciute alla massa dei âbevitoriâ.
Sul consumo del vino oggi siamo a degli assurdi, dettati da convenienze di mercato e produttive che soprattutto nei vini bianchi recano danno alla qualitĂ del bere stesso. CosĂŹ, il vino non è piĂš espressione di un territorio, di una tradizione, del metodo del cantiniere ma è diventato una bevanda fresca, da bere subito, banale come una bibita. Grazie a queste convenienze i vini bianchi sono diventati molto simili, indifferentemente dalla loro varietĂ , dalle varie localitĂ geografiche di produzione e dallâandamento climatico..
Lâetica professionale ricevuta in ereditĂ e maturata in decenni di vendemmie mi impedisce di proporre e di realizzare questo tipo di vini, banali e senza carattere. Trovo scorretto fare le corse per immettere sul mercato ai primi di gennaio il vino vendemmiato pochi mesi prima, per accaparrarsi il maggior numero di clienti, vantandosi di avere il vino nuovo e giovane quando di giovane quel vino non ha nulla perchĂŠ è giĂ vecchio, dal momento che la sua vita ben difficilmente supererĂ lâanno o due.
Trovo piĂš corretto che i vini siano prodotti nellâottica di una loro potenziale evoluzione positiva, che possa durare tranquillamente oltre i 10 anni. I vini della mia cantina che vi sono serviti sono stati prodotti in questo modo, ecco perchĂŠ fino a settembre non è stato ancora imbottigliato nessun nostro vino della vendemmia dellâanno scorso, che vedrete sulla tavola solo in autunno.
Se fosse possibile assaggiare insieme il vino dellâanno scorso e quello dei due anni precedenti molto probabilmente vi rendereste conto che il primo avrebbe bisogno di tempo per raggiungere la qualitĂ degli altri due.
Infine, un piccolo consiglio: per assaporare al meglio la qualitĂ , il vino va bevuto ad una temperatura non inferiore ai 15 gradi perchĂŠ il freddo taglia e nasconde mentre un buon vino bianco non ha nulla da nascondere, anzi !!!
Prima di sedersi al tavolo di un ristorante è bene aver fatto la propria scelta nella speranza che il locale sia in linea con la scelta fatta. Sedendovi a tavola in quel locale avete deciso di accordare la vs fiducia ed è intenzione del ristoratore non deludervi, avendo fatto a monte una selezione dei prodotti, dei vini e delle vivande che vi propone.
Quando vi sedete in un locale in cui servono il vino delle Rocche, forse troverete un piccolo foglio in cui Fausto racconta queste cose. Vi suggeriamo di far tesoro dei consigli per vivere al meglio il vostro menu. Il vino delle Rocche del Gatto che vi viene servito è il vino con il quale da sempre Fausto rifornisce alcune cantine dellâalta ristorazione e naturalmente saremo felici di ascoltare le vs impressioni ed emozioni.

